Non c'è pace tra gli ulivi

Ora, attendevo questo periodo con l'impazienza di una sposina nel trimestre prima delle nozze. 
Dopo mesi e mesi di ansia, disperazione e assistenza (morale e pratica), non vedevo l'ora di avere tutti i figli in giro per casa. Tutti o quasi. L'informatico ormai ha nidificato altrove, ma la massiccia presenza dei fratelli nel paterno ostello lo attira con una frequenza tripla alla norma.
Più che una rimpatriata familiare, una vacanza mentale. Una full immersion in gioventù, allegria e quell'atmosfera di scanzonata festosità che si crea sempre quando quei quattro si ritrovano tutti assieme.  E sa il Cielo quanto ne avessi bisogno di una bella cura di buonumore. 
Va da sè che le cose non sono andate esattamente come preventivato. Shopping a parte (per quello la Miss riesce sempre a farmi trovare il tempo. E qualcosa mi dice che non è la voglia di passare del tempo con la mammina a spingerla in tale direzione...) non sono riuscita a realizzare uno solo dei miei sogni. 
Le emergenze a casa del nonno si sono intensificate nelle ultime settimane, addensandosi come cumulinembi sulla nostra testa, per esplodere con la violenza di un tornado in corrispondenza con le festività pasquali. 
Emergenze annunciate, ovviamente. Purtroppo, però, ci sono personaggi di rara ostinazione, i quali non affrontano la realtà sino a che questa non li colpisce in testa, come una mazzata. Peccato che le schegge impazzite (della mazza, non della testa. Sia chiaro...), a quel punto, facciano in giro più danni di una granata. La tensione è salita oltre i livelli di guardia, scatenando scontri di tale portata da indurre i nostri figli  a minacciarci di scacciarci di casa... Per fortuna, siamo sopravvissuti. Al rischio di scannarci a vicenda, soprattutto. 
Ora stiamo faticosamente rimettendo assieme i pezzi della nostra vita, cercando nel contempo di trovare una soluzione soddisfacente per tutti, soprattutto per il protagonista dello psicodramma. I figli viaggiatori stanno facendo le valigie, pronti ad affrontare la prossima tornata di esami. 
Si è finalmente creato uno stato di calma apparente, capace di convincere Jurassico  a fuggire per una minivacanza di tre giorni. Armato di sacro furore, aveva trascorso il precedente weekend a lustrare e mettere a punto il camper, pronto a salpare, il venerdì successivo, verso destinazione sconosciuta. Avete presente il coraggioso cavaliere, che ti issa sul suo destriero e galoppa con te verso l'orizzonte, conducendoti lontano da pericoli e sciagure? 
Uguale. 
E mentre il mio eroe sellava i cavalli del pachiderma, la sottoscritta lo incitava a mantenere alto il morale: "Coraggio, tesoro. Risolveremo tutto, Finché c'è la salute..." 

"Mamma, cosa fai ancora in giro? Non dovevate andarvene, voi due?!" 
"..."
"Che faccia è quella? Sembri un cadavere!" 
"Ecco, appunto. Ho la febbre, Sono così debole da non riuscire nemmeno ad alzarmi dal letto..."
"Ma non ci credo!!! Sei un rottame!!! Possibile? Non mi libererò MAI di voiiiii!!!! Ma pçç磣£@@@&&&&"£%%%%$3"""!!!!!" 
Dopo il danno, la beffa. Non solo mi sono ridotta all'ombra di me stessa, distruggendo nel contempo tutti gli amorosi progetti dell'amato bene. Me la sono dovuta anche vedere con un gaglioffo empatico quanto uno Stegosauro, affettuoso quanto un coguaro a digiuno da una settimana e in@@@@to come un cobra. 
Che vita, ragazzi... Che vita! 






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