Finalmente un po' di sole
Allo spuntare del primo raggio di sole, Jurassico & Mpc si catapultano
fuori dalla Stamberga, intenzionati a sfruttare ogni minuto di bel tempo
disponibile.
Programma della giornata: sessanta km in bici, pranzo frugale, un paio
d’ore di riposo, quindi lavaggio finestre della veranda (collocate a cinque
metri d’altezza, le laviamo una volta ogni tre anni…) e shampoo completo al
camper.
Realizzazione del programma: ventidue chilometri percorsi, ma a piedi. Un
insidioso venticello di sottofondo dissuade i due dall’affrontare su due ruote
la Pedemontana, optando per una soluzione più soft. Considerato che le bici
sono rinchiuse da otto mesi, una scelta più sicura anche per le nostre ormai
datate giunture.
Ecco dunque la coppia felice sgambettare sulla via degli Ezzelini, in
un’esplosione di natura in pieno rigoglio. Gli occhi pieni di sole, lo stormire
delle foglie, il fiume che sussurra tranquillo… e centinaia di ciclisti della
domenica che infestano l’intero percorso, lanciatissimi sulle loro mountain
bike. I numerosi pedoni, sollecitati da grida (Attenzione! Via, via via!!!!),
sobbalzano, appiattendosi su ciglio del viottolo, sperando che gli indemoniati
non perdano aderenza sul ghiaino, rovinandogli addosso.
Due ore di thrilling, cui per fortuna seguiranno altre due ore più
tranquille: con l’avanzare della giornata, lo sciame di locuste si dirada,
lasciando spazio a quelli come noi, desiderosi soltanto di godersi il silenzio,
in contemplazione.
Dopo quattro ore di scavallata, due spaghetti sono d’obbligo.
Nel frattempo, la Stamberga subisce la consueta invasione degli ultracorpi:
sulla soglia, una fila si scarpe testimonia che il solito gruppo di ribaldi ha
raggiunto il gaglioffo.
Chiusi in cucina di sopra, giocano a Dungeons and Dragons, imbottendosi di
ogni tipo di abominio alimentare. Sono stati diffidati dal portare l’inquinamento
acustico al livello di guardia, ma controllare davvero le emissioni di sei
sedicenni è come pretendere di imbrigliare il vento. I due fratelli maggiori,
dunque, si rifugiano in cuffia; la sorella scappa a studiare dalla zia, a due
km di distanza, noi troviamo scampo in camper. Qui (colpa anche della bottiglia
di prosecco che ci siamo concessi…) cadiamo in catalessi per qualche ora; al
risveglio, completamente privi di forze, scopriamo che il cielo si è oscurato e
minaccia acqua un’altra volta. I nostri bellicosi intenti laverecci sono
accantonati all’istante e ci andiamo a guardare un bel film su Sky. Le pulizie
possono attendere.
Stamettina, Jurassico mi abbraccia, salutandomi prima di andare al lavoro.
“Tesoro, ieri non abbiamo realizzato nessuno dei nostri progetti…” dico io,
sentendomi un po’ in colpa.
Lui mi guarda tenero e mi risponde: “Le cose importanti le abbiamo fatte, e
siamo stati un po’ assieme. E’ quello che conta! Casa e camper li sistemeremo
un’altra volta…”
Mi stampa un bacio e se ne va. Che, dopo una domenica così, mi dispiace un
po’ più del solito lasciarlo andare via, per tutte quelle ore…
Basta. Bando ai romanticismi; la discarica mi aspetta!
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