Di nuovo a casa
No.
Stavolta non avevamo proprio nessuna voglia di tornare alla base: un’altra
settimana di pausa sarebbe stata una mano santa, soprattutto per Jurassico. Ma
non si può.
Ergo…
Rieccoci qui, accolti a braccia aperte dalle lavatrici, mentre le
lavastoviglie, sullo sfondo, mi fanno l’occhiolino.
Da
ieri, non faccio che lavare, come norma vuole. Tuttavia, devo ammetterlo: i
ragazzi stavolta mi hanno stupito.
Gatti
ben pasciuti, niente rifiuti dimenticati, niente angoletti riposti incasinati,
niente frigoriferi svuotati. Si sono ricordati persino di smaltire il
riciclabile.
Il
filosofo ha cucinato quasi sempre, nonostante abbia dato un esame; il gaglioffo
si è occupato della logistica (la spesa non ha più segreti, per lui) e l’informatico
si è lanciato addirittura con le cotolette, una sera. Senza nemmeno lasciare
uno scenario postatomico alle sue spalle.
Insomma,
che dire? Sembrano autonomi davvero.
Tutti,
tranne la Miss: la quale, in epoca scolastica, manda in stand by tutto il
resto. Le rimane giusto il tempo di dedicarsi alla toletta (roba da ore tutti i
giorni, cmq…): ciò che rimane, lo facciano gli altri.
La
faccenda ha provocato le (giuste) proteste dei fratelli, i quali o studiano
come lei, oppure lavorano. Perché loro si danno da fare e lei no?
Dovrò
spiegare anche a lei i segreti della flessibilità: le scalette delle cose da
fare sono utili, le agende indispensabili. Ma se diventano un binario imprescindibile
la tua vita rischia di diventare interessante quanto quella di un convoglio
ferroviario: orari prefissati, percorsi prestabiliti, capacità di adattamento
zero.
Ci
sarà un modo per insegnarle la duttilità senza stravolgerla? Devo escogitare
qualcosa: l'elasticità ti può salvare la vita. Io ne so qualcosa.
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