Quasi cotta
Pant,
pant, pant. Ce l’ho fatta: ho acceso il computer, finalmente!
A
proposito: buone feste. Un po’ in ritardo rispetto al Natale, ma ci sono tutte
le altre che ci aspettano.
Dunque,
auguroni!
Ragazzi,
a Casa per Caso son giorni che le cene si susseguono ai pranzi: ho cucinato
come una matta. E meno male che avevo una cucina con cui farlo: abbiamo corso
il rischio di doverci arrangiare con il fuoco del caminetto.
Tanto
per cambiare, c’è stato un imprevisto.
Qualche
giorno fa, la Miss e io siamo sedute in cucina a chiacchierare; la cucina è
immota, fatto salvo uno dei fornelli sul quale sobbolle una pentolina. Niente
di che, nel complesso. D’improvviso, la Miss mi fa notare che dalle manopole del
gas si leva un fil di fumo. Segue un lampo, indi un crepitio: mentre il fumo si
fa via via più fumo e sempre meno filo.
Mi
precipito a staccare la corrente: il che crea quella che chiamerei una calma
apparente. Tutto tace: mi avvicino, e non sento nulla. Fiuto, e sento un vago
sentore di gomma bruciata. Che sarà successo?
Lascio
trascorrere una decina di minuti, per far raffreddare il tutto, e ridò potenza.
In pochi secondi, si scatena l’inferno: sembra che qualcuno abbia deciso di
dare una festa sotto il piano cottura. Botti e lampi che nemmeno a capodanno:
tanta è la luce, lì sotto, che vedo in trasparenza tutta la struttura sottostante
ai fornelli. Una visione interessante quanto inconsueta: peccato che il rischio
sia che vada tutto a fuoco.
La
Miss è lì che strilla, terrorizzata, mentre io galoppo al quadro comandi, decisa
a levare potenza alla cucina sino al ritorno di Jurassico. Qui mando arrosto la
casa, invece dell’arista di maiale per la cena.
Qualche
ora dopo, con l’aiuto del mio uomo, sposto il forno e lo stacchiamo dalla presa
di corrente: possiamo restituire energia al resto degli elettrodomestici (frigo
incluso) senza rischiare la sedia elettrica.
Il
mistero è fitto: forti sospetti si addensano sulla recente riparazione eseguita
al sistema piezoelettrico da un tizio tanto ciarliero quanto inaffidabile, a
quanto pare.
Chi
produce la cucina (un amico di famiglia, per fortuna) mi invia un messo a
ritirare la paziente, per eseguire una diagnosi di persona; nel frattempo,
bontà sua, mi manda una… cucina sostitutiva. Così Natale, vigilia e San
Silvestro sono salvi. Chissà se lo stesso si potrà dire della mia compagna di
tante spignattate? Sono un po’ in ansia, lo confesso.
Vi
informerò sulla sua sorte non appena avrò notizie certe.
Intanto,
un abbraccio natalizio a tutti voi.
Mpc sopravvissuta (una volta ancora!)
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