Questa famiglia mi distrugge
Inseritemi
tra le specie protette, per favore: altrimenti mi estinguo. Mi distruggerò per
autocombustione: mi fanno talmente arrabbiare che prima o poi prenderò fuoco come
un fiammifero. Fine di Mpc, una volta per tutte.
Il
loro utilizzo delle risorse (umane e non), indiscriminato e distruttivo, sarebbe
da denuncia al WWF: sono dei terminator, in tutti i sensi.
Quelli
hanno sempre considerato la mia camera e il mio bagno come miniera inesauribile
di ogni tipo di materiale: molte cose le vengono a consumare direttamente in
loco, altre le sottraggono con destrezza, facendole sparire. Salvo poi negare
di essersene impadroniti, ovvio. Che quando succede con il mio deodorante - l’unico sulla faccia della terra al quale io
non sia allergica - le conseguenze, sia sul
mio umore che per l’ambiente circostante, rischiano di essere devastanti.
Cotton
fioc e dischetti struccanti sono tra le loro prede preferite: li consumano,
come termiti, e non li ripristinano. MAI.
Idem
dicasi per shampoo doccia, sapone e dentifricio: quando finiscono i loro,
vengono a servirsi direttamente sui nostri lavandini, lasciandoli sguarniti.
Da
sentire il ruggito del Jurassico, quando si accorge che il flacone in doccia è
completamente vuoto: fradicio come un pulcino, si mette a rovistare negli
armadietti, senza ovviamente trovare un accidente. Una volta si è lavato con il
mio shampoo ammorbidente per capelli meshati (mai avuti i peli del petto tanto soffici,
n.d.A.), un’altra stava per farsi la
barba con la schiuma depilante di Valentina. Non oso pensare alle conseguenze,
se non fossi prontamente intervenuta.
Ammaestrata
da innumerevoli esperienze precedenti, io ci provo, ad attrezzarmi con scorte da caserma: i maledetti hanno un
fiuto più sviluppato di quello di un segugio. Trovano tutto, sempre, e non mi
avvisano mai di aver dato fondo alle giacenze: in alternativa, mi avvisano al
volo, quando mi avvistano per caso. Contano molto sulla mia ferrea memoria, I
suppose… Mai che segnino l’ammanco sull’apposita lavagna, comunque.
Chelipossino…
Le
loro capacità distruttive mi sorprendono ancora, nonostante li frequenti da
svariati lustri: il phon viene regolarmente abbandonato in bagno, ancora
attaccato alla presa; se si prendono il disturbo di riporlo, intorcinano il
filo che nemmeno un fusillo. Quando lo dipano, trovo sempre almeno un nodo
lungo il mio percorso: come riescano a ridurlo in cotal guisa non è dato
sapere. Comunque sia, i miei figli devono avere dei grossi problemi con i nodi;
con quelli dei capelli, in particolare: con preoccupante frequenza mi
spariscono i pettini dalla mensola. Scompaiono – all’insaputa di tutti, non lo
devo nemmeno specificare… - io li ricompro, e quelli riemergono dai meandri di
qualche stanza; ne ho trovati un paio gelosamente custoditi nei cassetti del
loro bagno: inutilizzabili, peraltro, in quanto totalmente sdentati. Ma che avranno
mai in testa? I sassi?
Quello
che riescono a fare ai pettini è secondo solo a ciò che infligge Andrea alle
bici: a parte il fatto che se le fa rubare tutte, dopo pochi mesi di utilizzo
le riduce a rottami inguardabili. Forse è una manovra diversiva per scoraggiare
eventuali ladri: dato il numero di biciclette che gli sono scomparse, tuttavia,
nel caso si tratterebbe di una tattica inefficace.
L’ultimo,
tragico capitolo della mia esistenza non può che essere dedicato alle pile:
molto ecologisti, noi usiamo solo quelle ricaricabili. In potenza, però: non in
atto. Perché gli unici che s’incaricano di farlo siamo Jurassico ed io. Gli
altri membri della famiglia vengono a prendersele da noi. Quelle scariche
vengono riconsegnate solo su richiesta: diversamente, stanno a coprirsi di
polvere fino a che anche l’ultima batteria disponibile non sia stata
utilizzata.
Oggi
abbiamo toccato il fondo: mi volevo pesare. Sì, sono un’autolesionista: la mia
esistenza quotidiana ne è la prova, peraltro.
In
ogni modo, la bilancia non ne vuole sapere di accendersi: batterie esaurite… mi dico, aprendo lo sportellino per provvedere
alla bisogna. In effetti, le pile erano esaurite: anzi, sparite del tutto.
Missing
in action.
La
cosa che rimane da chiarire è la seguente: sono nel caricabatterie di mio
marito o nella tastiera di mia figlia…?
La
domanda resterà senza risposta, già lo so. Ergo, non la formulo neppure.
Commenti
Posta un commento