Piccole, grandi cose da nulla
Il
periodo è nero. Anzi, nerissimo: non passa giorno che qualcuno, tra gli amici o
i parenti, non ci dica di essere seriamente nei guai. La crisi morde, divorando
la serenità di troppi, tra quelli che amiamo: quanto a noi, con quattro figli
ancora a carico e ‘sti chiari di luna, c’è poco da stare allegri.
Così,
cerchiamo rifugio nelle piccole cose: una passeggiata a due, anche se quasi
quasi piove, con Jurassico che tace, ma ogni tanto mi attira a sé, per fare
qualche passo allacciati. Un gesto che dice più di mille parole.
Un
giallo in TV, che ci piace anche se non ci capiamo molto, perché facciamo caos
con i nomi dei personaggi. E ci pigliamo in giro per questo.
Qualche
ora con dei parenti con i quali non ci si trovava con calma da tanto: quattro
chiacchiere, buon cibo e ottimo vino (senza eccessi quantitativi, però: dieta
per tutti, ahinoi…) Un pranzo in terrazza, circondati dal gelsomino, cresciuto
quel tanto che basta a regalarci un mix delizioso di mezz’ombra e profumo.
Due
amici sempre pronti ad accoglierti, anche se gli piombi a casa dopo cena, senz’altro
preavviso di un sms all’ultimo minuto: stravaccati sul divano, a ridere di
niente, anche se in realtà non ci sarebbe un bel niente da ridere.
Gli
affetti, quelli sinceri: a volte sono l’ultimo propulsore che resta, quando tutto
va a rotoli.
Un
appiglio al quale aggrapparsi, quando ti frana la terra sotto i piedi: e non
solo per motivi economici.
Coraggio,
ragazzi: ce la dobbiamo fare. Dobbiamo superare anche questo momentaccio.
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