Life coach
Gente,
qui ci sono un sacco di persone che si appoggiano a me per trovare la strada
per stare meglio. Sto diventando un life coach per proclamazione: e non sono
per nulla sicura di essere all’altezza del compito. Se mi muovo in modo sbagliato,
rischio di far danni non da poco: una consapevolezza tutt’altro che rilassante.
Devo
riuscire a guidare senza dirigere, suggerire senza influenzare, incitare chi va verso svolte difficili e
sostenere chi fa scelte conservative forse ancora più complicate.
Mi
trovo a sottolineare gli errori altrui, e devo riuscire a non distruggere l’autostima
di chi li ha commessi.
Agisco
talvolta da catalizzatore, spesso da calmiere, altre da mediatore.
Cerco
di comprendere tutti, anche quelli che non condivido: la difficoltà sta nel
riuscire a mettersi nei panni degli altri, senza gettar loro addosso i miei. Ovvero,
tento di capire cosa passa nella testa di quell’individuo, in questo momento: non
cosa passerebbe nella mia, se fossi al posto suo.
Un
approccio tanto efficace quanto doloroso: le persone hanno una gamma infinita
di sistemi per farsi del male da sole. Quando riesci a sentirlo è una cosa che
ti sgomenta.
Così
ti ritrovi ad essere una roccia per chi ha bisogno di una base se vuole
edificare qualcosa di solido. Rappresenti un rifugio sicuro per chi è stato
colpito dalla vita, e cerchi di regalare un abbraccio confortante a chi è così
stanco da dubitare di riuscire ad andare avanti ancora per molto.
Esserci
per tutti, senza per questo perdere se stessi: più facile a dirsi che a farsi.
In
questo momento storico, devo ridare fiducia nel futuro a chi ha perso anche
quella in se stesso; far capire a chi ha
fallito in un progetto importante di non essere per questo un fallito. Infine,
sorvegliare a distanza chi segue con ostinazione un percorso troppo irto di
ostacoli per lasciar presagire una conclusione positiva.
E
non stiamo parlando di un paio di soggetti, mannaggia: c’è una folla in queste
condizioni, fra coloro cui voglio bene.
L’idea
è di condividere con queste persone il mio credo: ogni difficoltà è un’opportunità.
Basta crederci e credere in se stessi: solo così si trova il coraggio di osare,
superando tutti gli ostacoli.
Il
segreto sta anche nel modo con cui si gestiscono gli inevitabili fallimenti.
Se
qualcosa cui tenevamo molto viene distrutto dagli altri, non dobbiamo farcene
una colpa.
Se
combiniamo un guaio, invece, dobbiamo assumercene la responsabilità: e senza
scambiare le cause del nostro errore per giustificazioni a nostro discarico. Le
circostanze attenuanti servono solo a trovare una scusante per ripetere gli
stessi sbagli all’infinito.
Di
fronte alla macerie, non c’è altro da fare che ripartire da zero, con premesse
diverse. Gli obiettivi devono essere commisurati alle nostre forze, i nostri
partner devono essere affidabili, non si devono trascurare le condizioni
ambientali. Quelle possono incidere in modo fondamentale su tutti i nostri
progetti.
Ora
pubblico, poi mi rileggo: quello che consiglio agli altri vale anche per me.
Ogni tanto, anche la mia autostima avrebbe bisogno di una lucidatina: ci sono
periodi della vita nei quali non sentirsi una perdente è quasi una mission impossibile.
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