Colloquio docenti
Eccomi
qui, reduce dal colloquio.
Al
mio arrivo in sede, scopro che la prof non c’è: le bidelle si mettono in moto
per rintracciarla, mentre la sottoscritta mette in atto ogni possibile manovra di autocontenimento, cercando di mettersi tranquilla. Secondo me, ho i chakra in subbuglio.
Comunque
sia, in questa delicata fase di riequilibrio vengo abbordata da una femmina,
piuttosto agitata, che mi afferra una mano, me la scuote e mi chiede chi sono.
Senza capire chi è lei (di certo la prof giusta non è: dovrebbe venire da
fuori, quella) dichiaro le mie generalità.
Non
l’avessi mai fatto: ho aperto il vaso di Pandora. La nostra si lancia in una
diatriba appassionata contro mia figlia, dipingendomi un personaggio che fatico
a riconoscere: sempre in ritardo, demotivata, disinteressata alla sua materia e
pure supponente. Un disastro sotto tutti i profili.
Travolta
dal mare magnum di notizie esiziali, colgo alcuni dettagli, nell’esposizione
della signora, che mi riportano alla memoria alcuni episodi narratimi da mia
figlia. Gran cosa avere colloquio con i discendenti: a volte, ti risparmi un
coccolone.
Il
disinteresse della nostra deprecabile alunna è limitato agli allenamenti di
calcetto (…): dopo ogni colpo di testa, la Miss si becca un mal di capo
devastante. Nel dribbling tira a inciampare sui suoi piedi, mentre il cross lo
fa con la mano destra: segnandosi prima di dare un calcio al pallone. Beccare
un cinque e mezzo sul campetto è già un successo, per lei:
tanto, sa che i prossimi argomenti saranno ruote, salti e parallele. Dieci
garantito.
Quanto
al ritardo, è dovuto ai mezzi pubblici: la ragazza ha il permesso permanente di
entrata fuori orario. Sfiga volle poi che, in un paio di occasioni, il treno
abbia accumulato mezz’ora di ritardo: tanto è bastato all’insegnante per
legarsela al dito, proponendo al consiglio di classe un bel sette in condotta,
sia per la Miss che per la ragazza che arriva con il suo stesso treno. Il fatto
che in pagella ci fosse un nove tondo tondo dimostra quanto le recriminazioni
della prof siano state tenute in considerazione: la coordinatrice di classe ha
definito il comportamento della Miss, in classe, più che adeguato.
Di
fronte alla ringhiosità della docente, decido per un atteggiamento accomodante:
prometto che solleciterò la figlia a un maggiore impegno anche nelle
discipline che le sono meno congeniali, e
la spronerò a informarsi con anticipo sulla sede degli allenamenti, ogni volta
che ha ginnastica alla prima ora. Così, minimizzeremo i disagi provocati dai
ritardi dei mezzi pubblici.
Certo
che c’è gente che riesce a fare di una mosca un elefante…
Nel
frattempo, arriva l’insegnante che attendevo.
Orami
anestetizzata dall’attacco appena rintuzzato, sono molto più rilassata che all’inizio.
Così,
ho modo di conoscere questa professoressa: un tipo simpatico. Molto preparata,
giovane, mamma di due bambine e appassionatissima del suo lavoro.
In
meno di tre mesi, ha fatto una fotografia molto accurata della classe,
preoccupandosi anche di ricostruirne lo storico scolastico: ci sono stati degli
episodi, l’anno scorso, che hanno minato un po’ la sicurezza in loro stessi dei
ragazzi. La mission della nostra è riportarli a un rapporto disinvolto con la
scuola e i docenti, cercando di permettere agli alunni di esprimere al meglio le
loro capacità, senza ansie né paure.
Della
liason con il liceale non parliamo (e meno male…) ma credo di capire che l’intera
faccenda sia una sforatura, per così dire, di una professoressa che davvero sa
farsi amare dai suoi studenti: che la apprezzano sul piano umano e
professionale, pur senza perdere mai il rispetto nei suoi confronti.
La
Miss, negli ultimi mesi, è cresciuta: ha acquisito sicurezza in se stessa, ha
offerto un’ottima performance nella sua ultima interrogazione in latino,
partecipa, è simpatica con i compagni e disponibile con i docenti. Come
coordinatrice di classe, me la promuove a tutti i livelli: facendomi scendere
lentamente il picco di adrenalina provocato dalla collega.
Quanto
alla Miss (molto orgogliosa del giudizio dei prof su di lei), ieri si è vista
avvicinare da una delle sue professoresse dell’anno scorso: “Valentina, ho
sentito… Durante le simulazioni della seconda prova c’era X. disperato! Non
poteva uscire durante la ricreazione…”
La
telenovela continua, dunque. Con ampi contributi da parte di tutti: la cosa
rimane, in ogni caso, nei termini quasi di un gioco. E finché i diretti
interessati ci si divertono, ho deciso di lasciar fare. La bilancia
pregi-difetti pesa decisamente dalla parte dei pregi: la prof paraninfa è una
docente in gamba, che ci sa fare con gli studenti. Ed è questo quello che
conta, secondo me. Voi che ne pensate? Sono un genitore eccessivamente indulgente...?
Hai fatto benissimo, visto che la prof è in gamba...forse è un gioco per tutti...si divertono e stop ;) mentre la prof di ed. fisica è...la tipica frustrata border line che è meglio assecondare :)))
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