Affrontare i docenti
Ragazzi,
a volte è davvero difficile.
Consiglio
caldamente di non prendere appassionatamente la difesa dei nostri pargoli:
riusciremmo solo a indispettire il prof di turno.
Lasciamo
che costui ci parli: potremmo scoprire cose insospettabili, riguardo alle
giovani serpi che nutriamo in seno.
Ascoltate
le rimostranze, registrate le osservazioni e archiviato le lamentele,
provvediamo a un processo di decantazione: tornare a casa armati di accetta non
è un buon approccio. Non lo è nemmeno cercare di colpire l’insegnante con un
estintore, peraltro: mantenere un aplomb inglese è la scelta migliore. Sempre.
Dopo
un paio di camomille, si può affrontare l’argomento con il figlio che abbiamo
sotto i ferri: talvolta, anche le loro ragioni hanno un loro perché.
Se
ci sono forti discrepanze fra quello che dice l’insegnante e vostro figlio,
fatevi fotocopiare i compiti: carta canta.
Per
esempio, oggi il gaglioffo mi ha detto che nell’ultimo compito la prof ha
segnato come errore forme come “macchina” per automobile, “inchiodare” invece di frenare bruscamente, e che in generale l’ironia con cui il giovanotto
ha svolto il tema (titolo: “Descrivi l’uscita da scuola”) non è stata per nulla apprezzata.
L’istinto
primario è stato di ruggire come un leone: per una volta che il ragazzo mi fa
un tema decente, mannaggia…
Però
questa è la SUA versione. Se mi fanno
leggere il compito, sarò in grado di capire se i problemi li ha effettivamente
mio figlio (cosa assai probabile) o la prof (ne ho avuta una così anch’io…).
In
ogni caso, ai miei figli insegno sempre la stessa cosa: non intraprendete
battaglie contro i mulini a vento. Cercate di capire cosa vogliono gli
insegnanti, e fate come dicono loro: il comando lo detengono i prof. Agli
alunni non rimane che adattarsi, o soccombere.
Nei
casi più estremi, ho cambiato i figli d’istituto. A volte, non c’è storia: e la
fuga è l’unica strategia praticabile.
Se
poi risulta che i pargoletti sono degli scioperati nullafacenti (ne so
qualcosa, ahimè…) vanno sanzionati senza nessuna pietà. Sennò, ci penserà poi
la vita a bastonarli.
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