Future star e sensi di colpa
Ehi, Matti… Mi devi fare un canale Youtube…”
“Va bene. A che ti serve?”
“Ci metto i video delle presentazioni.”
“Ah. E… perché non facciamo anche qualche video di Corradino???”
“Si potrebbe, però!”
Il gaglioffo si entusiasma all’istante. Si avventa sul gatto, avviluppandolo in un abbraccio, poi si mette a conversare con lui, occhi negli occhi: “Vieni qui, felino… Diventerai una star!”
“Ronf, ronf, ronf…”
“L’avevo intuito da quando è nato. Aveva il muso da star!”
“Ronf, ronf, ronf.”
“Ma guardatelo, che musetto! Sei nato per il successo… Ora ti sistemiamo il pelo, e ti facciamo un servizio fotografico con Photoshop! Playcat!”
“Miao!”
D’improvviso, il bipede cambia espressione, diventando meditabondo. Il gatto, vieceversa, rimane impassibile, occhi socchiusi, a farsi coccolare.
“Che peccato, però. Non dovevamo castrarlo! Avresti potuto essere un’attrattiva per le micie… Ma ti mancano i requisiti minimi, povero cat!”
“Ronf, ronf, ronf. Ronf.”
Vittima, ma inconsapevole. Meno male, va’. Altrimenti, vivremmo oppressi dal senso di colpa: anzi, ancora più oppressi. Già così, ci arrangiamo parecchio.
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