Lieto fine (?)
Sono giorni che le notizie dal fronte scolastico segnalano
sconfitte su disastri.
La prof di lettere ha chiesto alle new entry del liceo
di mettere assieme quattro favolette, e di buttarle giù su carta.
I plagi non si contano: chi ha saccheggiato Cappuccetto
Rosso, chi si è liberamente ispirato a Biancaneve. Tutte rivisitazioni in
chiave semihorror, con licenze poetiche d’accatto: memorabile la strega che
precipita nel burrone, gridando torneròòòòòòòòòò!!!
Dalla cattedra, mi si narra che giungevano chiari
segni di crollo emotivo: con gli occhiali calati sul naso, a scrutare da sopra
la montatura il colpevole di turno, l’insegnante dichiarava di necessitare di
un cordiale, prima di affrontare cotante composizioni letterarie. Poveretta.
Consapevole che il gaglioffo di certo non ha ereditato
la predisposizione alle lettere di mammina, attendevo la sentenza col fiato
sospeso. Su quale ceppo avrebbe perso la testa, il mio erede? Sarebbe calata
prima la mannaia matematica (giudizio ancora sospeso, accidenti: quest’apnea mi
manderà al creatore, tra un po’) o l’avrebbe decapitato la ghigliottina
letteraria?
Sono stati giorni lunghi e carichi di tensione.
Finché, ieri, mentre passeggiavo gaia fra gli stand di
Casa su Misura, mi è giunta una telefonata. Interrogato alla lavagna, con le
fiabe dispiegate sulla cattedra, senza possibilità di trucco né d’inganno, il
giovane è riuscito a portare a casa uno strabiliante OTTO!!!
Ho pensato a un’interferenza.
Mio figlio, otto??? Il bandito che mi fa dannare da
cinque anni e più, quello che sorvola sugli apostrofi, snobba la punteggiatura,
circa la grammatica si dichiara credente ma non praticante e l’unico filo
logico che considera degno della sua attenzione, è quello dei suoi commentary
su Youtube? Questo figlio qui mi prende otto in Italiano?!
Trasecolo. E’ troppo bello per essere vero.
La mia gioia è stata però di breve durata. Il che ha
reso meno improbabile il miracolo appena verificatosi.
Al mio rientro a casa, l’ho trovato incollato allo
schermo del PC, in piena campagna bellica. Alle mie proteste: “Lunedì hai
verifica di storia! STUDIA!!!” ha risposto con una logica disarmante.
“Domani è domenica. In mattinata studio, poi tu mi
interroghi; se non sono preparato, ho tutto il pomeriggio per rimediare. Ora,
ho voglia di rilassarmi: e per me relax significa computer, lo sai! Posso
organizzarmi la vita, per favore?!”
Impossibile controbattere. L’ho lasciato piantato lì
tutta la giornata.
Stamattina, è sceso in cucina brandendo il suo libro
di storia.
“Mamma, sei felice del mio successo?”
“Certo. Se fai bene anche la verifica di domani, fai
bingo: lo sai, vero, figlio?”
“Sì che lo so. Ma storia non è difficile: basta
studiare…”
“Una consapevolezza di recente acquisizione, la tua. C’era
bisogno di farmi sudare sangue per anni e anni, prima di arrivarci???”
“Mamma, vedila dal lato positivo. Almeno, non ho
cominciato bene, per poi finire male! Il percorso è nella direzione giusta: lo
devi ammettere.”
“La possibilità di non percorrere per anni vicoli ciechi
non è contemplata, vedo.”
“Mamma, nella vita di un ragazzo è molto difficile.
Qualche deviazione ce la concediamo tutti. L’importante è non deviare quando
sei su una strada importante, quella che ti dovrebbe condurre alla meta. Ora,
per favore, lasciami studiare: ho bisogno di concentrazione! Cavolo, quanto mi
aiutano questi schemi…sono una figata!”
Bene. Ci ho messo quasi sei anni, a farglielo entrare
in testa, ma pare che abbia capito quasi tutto: persino che schematizzare ti fa
risparmiare tempo, non perderne.
Ragazzi, se ‘sta cosa è vera, e non mi fa una
ricaduta, stavolta stappo una magnum di Rotary. E’ il minimo, dopo tutte quelle
che me ne ha fatte passare.
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