Dalle stelle alle stalle
O quasi. Gente, hanno consegnato i famosi compiti al
gaglioffo.
Ve lo dico così, secco secco: quattro in matematica e
cinque in storia.
Ecco, sì, appunto: NOOOOOOO!!!
Giusto?
Andiamo a dettagliare, però: non tutto è perduto. Almeno
spero.
Partiamo con il quattro: in tutta la classe, c’è stata
una sola sufficienza. Un sei risicato, rimediato dal tizio che aveva dieci alle
medie.
Un personaggio, questo, che si sbraccia per rispondere
lui, quando gli altri fanno scena muta alla lavagna, oppure che, accortosi che
due verifiche si sovrapponevano, ha chiesto che quella di storia venisse
spostata. Di quattro giorni in anticipo: stesso programma. Va da sé che l’ha
ottenuto: la prova, non a caso, è stata un naufragio totale. Non so se le
sufficienze siano state una o due. L’ho rimosso, temo.
Ho chiesto al gaglioffo come avesse reagito all’improvvida
iniziativa, la classe: “Mamma, dopo l’ora di storia c’è stata l’ora di
educazione fisica.”
“E allora?”
“E’ stata la SUA ORA. Eravamo tutti chiusi in
spogliatoio…”
“Ma gli avete fatto male?!”
“No, no… Sono pestaggi dimostrativi. Ormai c’è
abituato… Tu pensa che in assemblea qualcuno ha messo all’ordine del giorno la
richiesta di cambiarlo di sezione. Non lo sopporta già più nessuno!”
Santo cielo. Mi sa che la sana via di mezzo ha fatto la
stessa fine delle mezze stagioni.
A correzione avvenuta, abbiamo raccolto le seguenti informazioni:
ci sono stati svariati tre e pure qualche due. Per confronto, il quattro di mio
figlio pare quasi un voto normale. Gli esercizi svolti erano corretti, gli
altri li avrebbe saputi fare, ma un’ora per otto esercizi non è stata
sufficiente a terminarli. Dobbiamo lavorare sulla velocità di esecuzione, più
che sulla comprensione, sino ad ora.
Quanto a storia, è tutta un’altra storia: senza preavviso,
la prof ha considerato non valide le risposte che riportavano cancellature.
Essendo proibito l’uso del bianchetto, i ragazzi, ignari, hanno tirato delle
righe sui tratti dove avevano avuto dei ripensamenti, scrivendo sopra la
versione corretta.
Non luogo a procedere.
Così, un sette e mezzo virtuale si concretizza in un
cinque.
Confesso un po’ d’irritazione: però, ‘sti ragazzi si
devono abituare a fare le cose per bene. Forse la prof ha ragione: le maniere
forti sono l’unica strada, con questi banditi. Ne o qualcosa.
Il giovanotto, tuttavia, non si è limitato a
rimuginare. Ha raccolto informazioni presso i ragazzi più grandi.
“Mamma, mi hanno detto che lei fa sempre così. Ti terrorizza
all’inizio, fino a che capisci quello che vuole. E’ come se ci mettesse alla
prova…”
“Ah. E cosa cerca di provare?”
“Se cambi metodo, per arrivare alla sufficienza. Se ti
impegni, nonostante le sconfitte. Se hai le palle per continuare, insomma!”
“Approccio interessante. E tu come sei messo, per
informazione?”
“Io sono un soggetto dalla personalità forte.”
“…”
“Non mi faccio abbattere dalle avversità: io barcollo,
ma non mollo. E non riuscirà a sconfiggermi! Adesso vado a fare i temi per
casa. Ciao, mamma!”
“Ciao, figlio. Buon lavoro.”
Che dite? Sono un’illusa, a sperarci ancora…?
Si accettano consigli.
Commenti
Posta un commento