Incorreggibili romantici
“Pronto?”
“Ciao,
splendida!”
“Ti
disturbo…?”
“No,
amore. Dimmi.”
“Dove
mi porta a cena stasera, dottore?”
“Vuoi
uscire? Dove vorresti andare?”
“Dove
ci siamo sposati. Oggi dovrebbero essere aperti: è martedì!”
“Vero.
I figli?”
“Il
75% è fuori a cena; il restante 25% finirà le provviste in frigo. E’ avanzata
un sacco di carne, ieri sera.”
“Ok.
Allora ti porto fuori: fatti bella, mi raccomando!”
Sempre
entusiasta di uscire da quando ha la macchina nuova, Jurassico. Sapendolo, l’avrei
comprata prima.
Comunque
sia, seleziono un abitino in seta rosa antico, mi riaggiusto come posso – l’umidità
non aiuta: qui non si riesce a evaporare! – la Miss mi presta una pochette e
partiamo, alla ventura.
Naturalmente,
troviamo chiuso. Per ferie, stavolta.
Chi
pensasse: “Perché non telefonano, prima,
questi scemi…”, sappia che ha
ragione. Però noi lo facciamo apposta: dato il nostro stile di vita, queste
sono le sole avventure che ci rimangono. Il brivido di non sapere dove andare a
mangiare; l’esplorazione dell’area, alla ricerca di un locale alternativo; le
asperità del territorio da superare, per raggiungerlo. Gli Indiana Jones del
Montello.
Un
po’ delusi, ma sempre carichi di entusiasmo, portiamo a spasso lo squalo lungo
percorsi quasi impervi, dove il nostro pilota ha modo di apprezzare la tenuta
di strada in curva, il controllo della velocità in discesa e lo spunto in
salita. Il tutto dribblando almeno un centinaio di ciclisti allo stato brado,
chi impegnato in sfiancanti salite, chi lanciatissimo in discese senza freni. Sempre
in gruppo, sempre impegnando l’intera corsia, con frequenti sfondamenti in
quella opposta: impavidi. Il rischio di portarne due o tre a cena con noi,
caricati sul cofano, è consistente. Dalle selle dei loro velocipedi, costoro
lanciano lunghi sguardi in nostra direzione: Jurassico è convinto ammirino la
sua auto. Viceversa, quasi tutti puntano decisi all’occupante del sedile
accanto al suo: l’età media è sulla cinquantina, con punte di sessanta e oltre.
Preciso preciso il mio target, va detto: fossero giovani e baldi, non
degnerebbero di uno sguardo, né l’auto, né la donna. Garantito.
Dopo
un po’ di giretti fra i boschi, approdiamo a un localino di quelli giusti:
pochi tavoli, pergolato con glicine d’ordinanza, cucina saldamente in mano alla
mater familias, che scodella, a ciclo continuo, frittatone e tagliatelle ai
funghi. A fornirle supporto logistico, il marito: incaricato della sezione affettati,
insalate, condimenti e disposizione biscottini sui piatti. Le figlie servono ai
tavoli, rapide ed efficienti.
Menù
alla carta, con due alternative: se va bene, bene, sennò lì fuori c’è la fila,
per venire a mangiare qui.
Optiamo
per affettato misto, sottaceti, frittata con cipolla e soppressa, cabernet e
biscottini con vin santo. Che cenetta, ragazzi. Ruspante autentica, a tenore
etilico soddisfacente, con un clima da paradiso terrestre: il mio karma.
Galleggiante
su una nuvoletta di felicità, Jurassico mi scorta sino alla quattro ruote del
suo cuore: e qui accade l’incredibile. Dopo quasi diciassette anni di vita in
comune, per la prima volta… mi apre la portiera! Un gesto galante col quale
sono stata gratificata l’ultima volta trent’anni fa. Da mio padre, detto per
inciso: il quale ogni tanto mi portava fuori a cena, come una fidanzata. Avevo
dieci anni e mi sentivo una principessa.
Molto
tronfia, salgo in auto.
Solo
che non sono tanto ubriaca da aver smarrito il ben dell’intelletto: “Ehi,
marito: non è che avevi paura che andassi a toccare con la portiera l’auto
affianco…?”
“Eheheh…
Da cosa l’hai capito?”
“Senti,
che un rospo come te si trasformi in principe è improbabile. Che tu sia
disposto persino a diventare galante, pur di difendere la carrozzeria della tua
auto, è mooolto più credibile!”
“Come
mi conosci, amore mio…”
E
qui accosta l’auto a destra, su un piccolo slargo: un’autentica terrazza sulla
vallata sottostante, intarsiata di mille lucine. Un panorama da presepio, con
una luna immensa a illuminare il cielo. Vittima di un accesso di romanticismo
incoercibile, coinvolgo il mio cavaliere in un appassionato bacio alla
francese. Dopo tale attimo di abbandono, l’uomo rimette l’auto in strada, con
un balzo: rivelando, grazie al lampo dei fanali, che ci siamo baciati con trasporto
di fronte a un cimitero. A sottolineare che certe digressioni non sono più roba
per noi: troppo datati, come coppia. In ogni senso.
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