Multitasking mother
Il problema è che faccio sempre tre cose assieme: ottenendo così l’invidiabile risultato di sbagliarne quattro. Roba da specialisti. Del Genio Guastatori.
Ieri, per esempio, ho creato il primo ossimoro gastronomico della storia. Parliamone.
Impegnata ad allestire un sugo per i ragazzi e uno per noi – tali condimenti sono cibo per capre, a sentire i rampolli: troppe verdure – mi sono anche presa cura di un chilo e mezzo di focaccine. Quelle disgraziate hanno una tempistica coattiva: se le lasci lì troppo, a fine lavorazione, il lievito passa a miglior vita. Così le meschine si afflosciano come tanti paracadute al suolo. Ecco dunque che, se calcolo male il tempo a mia disposizione – come appunto ho fatto ieri – devo trovare comunque il modo di cacciarle in forno. Con il timer della pasta che strillava “Time out!” ho fatto i gradini quattro a quattro, raggiunto, regolato e riempito il forno di sopra, per precipitarmi poi a scolare la pasta. Per fortuna era intervenuto un assaggiatore, che aveva verificato che il grano duro ci concedeva un altro paio di minuti. Per evitare i soliti incidenti, mi sono piazzata un contaminuti anche giù: controllo di mezza cottura. Non si sa mai.
Dopo circa un quarto d’ora, un inconfondibile odore di bruciato ha raggiunto le mie narici: inconfondibile sì, ma incompatibile con la tempistica. Impossibile fossero cotte, figuriamoci bruciate. Attanagliata dal dubbio che l’elettrodomestico si fosse messo a dare i numeri, sono volata ai posti di combattimento: per scoprire di aver prodotto una dozzina di Ringo. Mezza tortina carbonizzata, mezza cruda patocca: l’ossimoro che si diceva all’inizio. Anche le focaccine bianconere riesco a creare, accidenti a me!
Invece del forno ventilato, avevo attivato il grill: purtroppo, non sono gli elettrodomestici a dare i numeri, a Casa per Caso. A quello ci pensa Mpc.
Implacabile come un rapace sulla sua preda, è piombato su di me il gaglioffo: “Noooooo!!! Guarda come ha ridotto quelle povere tortine…Mamma, sei un disastro!!!”
Maramaldo, tu uccidi un uomo morto! è stato il mio primo pensiero.
Però mi sono subito ripresa: “Taci tu, tordo. Che ti sei perso venti euro tirando fuori il cellulare dalla tasca, ieri sera!”
Batosta finale: “Quello è stato un incidente, mamma. Per te produrre carbone invece di cibo è diventata un’abitudine. E adesso, come si fa?”
“Si fa che finisco di cuocerle e poi vediamo.”
La speranza è l’ultima a morire, dicono.
In effetti, a cottura ventilata ultimata, anche le tortine bi-color sono state regolarmente divorate: con manualità da chirurgo, il maggiore ne ha sezionato la calotta, eliminando la parte combusta.
“Mamma, non ti preoccupare: la parte sotto era buonissima! Ne ho mangiate tre…”
Bene. Nessuno morirà di fame, neppure oggi.
Con una madre come me, è un corso di sopravvivenza non-stop: i miei figli sono più addestrati di un manipolo di Marines. Povere creature.
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